sabato 22 novembre 2025

La Regola dell’85% — Perché impariamo davvero solo quando sbagliamo abbastanza

 

Introduzione: imparare non significa riuscire sempre

apprendimento


In molti credono che l’apprendimento sia un percorso lineare, fatto di progressi continui. La ricerca scientifica, tuttavia, ci dice l’opposto: impariamo davvero solo quando falliamo abbastanza, ma non troppo.
Questo equilibrio ha un nome preciso: la Regola dell’85%.

Uno studio di Wilson, Shenhav, Straccia e Cohen pubblicato su Nature Communications (link: https://www.nature.com/articles/s41467-019-12552-0) mostra che l’apprendimento è ottimale quando sbagliamo circa il 15% delle volte, ottenendo successo nell’85% dei tentativi.

Un risultato sorprendente, ma perfettamente coerente con le grandi teorie educative del Novecento.


Perché proprio l’85%? La scienza dietro la curva dell’apprendimento

Il punto di massima crescita tra facilità e difficoltà

Se un compito è troppo facile → non impariamo nulla.
Se è troppo difficile → rinunciamo, ci blocchiamo o ci demotiviamo.

Solo nell’intervallo in cui riusciamo quasi sempre ma non sempre, il cervello costruisce connessioni nuove: aggiusta, corregge, raffina.

Lo aveva già osservato il pedagogista Barak Rosenshine (link: https://www.aft.org/sites/default/files/periodicals/Rosenshine.pdf):
gli insegnanti più efficaci guidavano i loro studenti verso un tasso di successo dell’80–85%.


Le teorie che confermano la Regola dell’85%

1. La Zona di Sviluppo Prossimale di Lev Vygotskij

Secondo Vygotskij, la crescita avviene quando un individuo affronta compiti che non può svolgere da solo, ma che riesce a completare con un aiuto minimo (https://plato.stanford.edu/entries/vygotsky/).

Esattamente quel margine in cui il tuo livello attuale incontra la sfida successiva.

2. Il modello di Walter Kintsch sulla comprensione profonda

Kintsch scoprì che testi troppo facili producono lettura passiva, mentre testi leggermente complessi costringono il lettore a creare modelli mentali solidi.
Studio: https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/036402139290028J

3. La pratica deliberata di Anders Ericsson

Ericsson dimostrò che quando automatizzi una competenza smetti di migliorare. Devi aumentare la difficoltà per riprendere a crescere.
Studio: https://psycnet.apa.org/record/1993-40718-001

4. L’operosità appresa di Robert Eisenberg

Successi moderati in compiti difficili aumentano la motivazione.
Troppi fallimenti la distruggono.


Come applicare la Regola dell’85% nella vita reale

1. Metodo di studio

Se sbagli più del 20% degli esercizi → riduci la difficoltà o aggiungi supporti.
Se sbagli meno del 5% → alza la sfida.

2. Apprendere una lingua straniera

La comprensione ideale per leggere in modo fluido è intorno al 95%.
Vedi l'esperimento di John Pasden:
https://www.sinosplice.com/learn-chinese/reading-comprehension-percentages

3. Sport e abilità manuali

Dalle piste da sci ai brani di pianoforte, tutti i sistemi di valutazione della difficoltà puntano alla stessa soglia:
avanza dove sei sfidato, non dove sei comodo.

4. Creatività e produttività personale

Che si tratti di scrivere un articolo, imparare a montare un video o progettare un contenuto per il mio canale YouTube, la miglior crescita avviene quando sto riuscendo quasi, ma non del tutto.


La Regola dell’85% nel mio percorso personale

Nel lavoro che porto avanti ogni giorno — dalla ricerca storica ai video divulgativi del canale Napoleone1769 — questa regola è diventata una bussola.
Quando un contenuto è troppo facile da creare, scivola nella ripetizione.
Quando è troppo difficile, resta bloccato.

La crescita nasce nel territorio di mezzo:
quell’85% in cui devo faticare, mettermi alla prova, uscire dall’abitudine.

🎥 Vuoi approfondire anche gli aspetti cognitivi, storici e strategici che uso nel mio lavoro? Vieni sul mio canale YouTube:
👉 https://www.youtube.com/@Napoleone1769


Conclusione: imparare significa stare nel disequilibrio

La Regola dell’85% ci ricorda una verità antica:
non dobbiamo essere perfetti, dobbiamo essere in crescita.

Lo sviluppo non nasce quando tutto fila liscio, ma quando il margine di errore rimane abbastanza grande da costringerci a pensare, correggere, ricominciare.
È lì che smettiamo di memorizzare e iniziamo a capire.

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