martedì 2 dicembre 2025

L’idea della perfezione: quando smetti di aggiustarti e inizi finalmente a vivere

L’idea della perfezione

Per anni ho cercato di essere perfetto.
O meglio: di essere migliore di quello che ero.

Elencavo mentalmente tutto ciò che di me non mi piaceva.
Sapevo di essere intelligente, ma mi vedevo pigro e procrastinatore.
Sapevo di non essere brutto, ma mi sembrava impossibile conquistare una donna davvero bella.
Sapevo che avrei potuto osare di più, ma la paura mi bloccava.

Sapevo, o almeno credevo di sapere.

La mia strategia era questa: trovare nei libri – e nella vita degli altri – la chiave per diventare finalmente “giusto”. Quello definitivo, risolto, sistemato.


La fuga nei libri (e nelle vite degli altri)

Ho divorato intere biblioteche di crescita personale.
Libri sui blocchi psicologici, sulla motivazione, sul diventare la “migliore versione di sé stessi”.

Cercavo la frase giusta, la tecnica magica, il metodo infallibile.
Nel frattempo la vita andava avanti veloce:

  • il lavoro di routine,

  • una moglie,

  • i figli,

  • gli impegni quotidiani.

La vita scorreva e io leggevo “come rovesciare la medaglia”, come trasformare una vita che mi sembrava ordinaria in una vita straordinaria, degna di essere raccontata.

Ma c’era un problema: leggevo tanto, agivo poco.
Le pagine cambiavano, io molto meno.


La storia come specchio (e come fuga)

Un’altra grande consolazione erano i libri di storia.
I grandi del passato erano lì, sulla pagina, a indicarmi una strada possibile.

Mi specchiavo in Alessandro Magno, in Cesare, in Carlo Magno.
E soprattutto in Napoleone.
Al punto da aprire due blog – Historia e Napoleone – per scrivere di loro.

Raccontavo le loro vite, le loro battaglie, le loro cadute e le loro rinascite.
Pensavo: “Se capisco loro, forse capirò anche me”.

Ma la verità è che anche la storia, per me, era una fuga.
Guardavo continuamente fuori, cercando nei giganti del passato ciò che non avevo il coraggio di cercare dentro.


Il momento di svolta: ero già perfetto (nel mio modo imperfetto)

A un certo punto ho iniziato a farmi una domanda diversa:
E se non ci fosse niente da aggiustare?

Ho capito una cosa semplice e rivoluzionaria:
ero già perfetto.

Perfetto non nel senso di “senza difetti”,
ma nel senso di completo, intero, umano.

Ero un uomo, con:

  • i suoi pregi e i suoi difetti,

  • i suoi sogni e le sue paure,

  • i punti di forza e le fragilità.

Questa costruzione unica – io – non aveva bisogno di essere smontata per diventare qualcos’altro.
Aveva bisogno solo di essere vissuta.

Il mio vero lavoro, da quel momento in poi, non è stato “diventare un altro”, ma essere il più possibile me stesso.

Da quella consapevolezza è nata una piccola saggezza personale.
Ti lascio qui le conclusioni a cui sono arrivato: forse possono servire anche a te.


Le 10 lezioni che ho imparato sulla perfezione (e su me stesso)

1. Assumiti la responsabilità, non recita un personaggio

Assumiti la responsabilità di quello che dici e di quello che fai.
Smettila di recitare un personaggio per compiacere gli altri.

Quando ti muovi solo per essere approvato, ti tradisci.
Dire: “Questo sono io, nel bene e nel male” è un atto di coraggio e di libertà.

Essere te stesso non significa essere sempre uguale, ma essere autentico in ogni fase del cambiamento.


2. Nessuno è “migliore” di te, solo diverso

Per anni ho messo gli altri su un piedistallo.
Più sicuri, più belli, più decisi, più forti.

Poi ho capito che nessuno è migliore.
Gli altri sono diversi, con altre storie, altre paure, altre possibilità.

Il mondo non è una gara continua.
Anche se non sembra, la vita “tifa” per te.
A dispetto di delusioni, dolori e amarezze, l’universo sembra sempre spingerti verso una cosa: imparare a volerti bene.


3. Non basare la tua felicità sul giudizio degli altri

Non hai alcun controllo su quello che gli altri pensano o dicono di te. Zero.

Se agganci la tua autostima alla loro opinione, sei perso:
basterà una critica sbagliata per buttarti giù.

La verità è questa:
quello che pensano gli altri non è affar tuo.
Il tuo compito è vivere in modo coerente con i tuoi valori, non con le aspettative altrui.


4. Non chiedere scusa per ciò che sei

Chiedi scusa quando sbagli, quando ferisci qualcuno con un comportamento o con una parola.
Questa è responsabilità.

Ma non chiedere mai scusa per ciò che sei:
per la tua sensibilità, per il tuo modo di ridere, per i tuoi sogni “strani”, per la tua intensità.

Troppo spesso ci scusiamo per il nostro semplice esistere.
È il modo più veloce per spegnerci.


5. Sii adattabile: il cambiamento non chiede permesso

Se resti chiuso nella tua stanza, nella tua città, tra le stesse facce e le stesse abitudini per tutta la vita, ti fai del male.

Il cambiamento è duro, fa paura, ma è vitale.

Divorzi, lutti, perdite di lavoro, cambi di rotta:
non controlli quasi nulla di ciò che accade, ma puoi imparare a non spezzarti.

Sii adattabile:
assorbi il cambiamento, trasformalo in una nuova forma di te, anche se all’inizio fa male.


6. Non fermarti: il vero fallimento è smettere

Per anni ho accumulato informazioni senza agire.
Leggevo, studiavo, prendevo appunti… ma la mia vita restava uguale.

Il vero fallimento non è cadere, ma fermarsi del tutto.

Un giorno ho smesso di cercare fuori le risposte.
Ho iniziato a fare piccole cose concrete, qui e ora, con quello che avevo.

È da lì che è cominciata davvero la mia rinascita.


7. Sii grato, anche quando sembra non ci sia niente da festeggiare

Viviamo in un mondo pieno di opportunità, anche se alcune giornate sembrano un deserto.

Siamo fortunati ad avere ciò che abbiamo:
casa, cibo, salute (quando c’è), internet, persone da chiamare, possibilità di imparare.

La gratitudine non è buonismo:
è un allenamento mentale che ti ricorda che non parti mai da zero.


8. Allenati alla consapevolezza

Apprezza ciò che hai, mentre ce l’hai.
Vivi il presente, non solo come slogan da poster motivazionale, ma come pratica quotidiana.

  • Ascolta davvero una canzone, senza scorrere il telefono.

  • Guarda un film immedesimandoti, non per avere rumore di fondo.

  • Sprofonda in un libro, lasciandoti portare.

Osserva i tuoi pensieri:
non lasciarti trascinare da loro. Sono solo parole che la mente ripete.

Non sei obbligato a crederci.
Non ascoltarli sempre, pensa a vivere.


9. Condividi chi sei, non solo quello che fai

Condividi con gioia la tua allegria, il tuo modo di essere, la tua storia.

Intreccia relazioni, apriti, parla, ascolta.
Non avere paura degli altri: sì, qualcuno ti deluderà, ma troverai anche persone che ti vedono davvero.

Passerai accanto a tanta gente nella vita:
lascia in ognuno una piccola traccia gentile.
A volte basta una parola, un sorriso, un gesto onesto.


La perfezione non esiste, ma tu sì

Oggi non cerco più di essere perfetto.
Cerco di essere vero.

Non mi interessa più diventare un eroe di un libro di storia, mi interessa non tradire me stesso mentre vivo la mia.

Se anche tu ti senti “da aggiustare”, forse puoi fare un tentativo diverso:
smettere di rincorrere un’idea astratta di perfezione e iniziare a esplorare, con curiosità, quello che sei già.

È lì che comincia davvero la crescita personale.
Non quando ti trasformi in qualcun altro,
ma quando finalmente torni a casa da te stesso.

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