In un mondo che cambia velocemente la vera dote che farà la differenza è l'adattabilità
Qual è la migliore dote per essere più produttivi, per vincere le sfide lavorative e quelle personali?
L'intelligenza ci aiuterà sicuramente nella soluzione dei problemi, così come avere una buona dose di empatia e di intelligenza emotiva ci farà avere buoni rapporti e ottimi risultati.
Oggi, però queste due abilità non bastano!
Modelli di business, tecnologia, schemi sociali e di relazione. Mai come in questi anni tutto cambia velocemente.
Anche le convinzioni più radicate vengono messe in discussione, gli strumenti di lavoro non sono più gli stessi, la società evolve in tutte le sue forme. Eventi inattesi e spiazzanti come la recente pandemia distruggono le nostre certezze e cambiano la nostra vita.
Qual è, quindi la dote che dobbiamo sviluppare?
L'adattabilità.
Le cose cambiano e noi dobbiamo mutare la nostra forma mentis, le nostre abitudini, il nostro modo di approcciare alla vita.
Prendiamo l'esempio di un meccanico. Chi si è fatto travolgere dalle novità elettroniche delle auto si è trovato in difficoltà, qualcuno ha addirittura dovuto cambiare lavoro. Chi, invece da subito è stato capace di adattarsi al cambiamento, chi ha studiato i nuovi modi di approcciare ai guasti delle auto ha prosperato.
Come possiamo sviluppare questa dote? Come possiamo adattarci al cambiamento?
Con la preparazione!
Dobbiamo preparci agli eventi imprevisti, dobbiamo prevederli, dobbiamo cambiare mentalità allo scopo di essere pronti.
Resettare
Un primo suggerimento è quello di partire da zero. Sul lavoro, ma anche nella vita, ricominciamo!
In una relazione facciamo un passo indietro, pensiamo che l'incontro con il nostro partner sia solo all'inizio. Cambiamo gli schemi, introduciamo delle novità, analizziamo le reazioni.
Nel lavoro approcciamo i nuovi progetti senza seguire le modalità di sempre. Ripartiamo da zero, disegniamo nuovi scenari e nuovi modi di agire.
Dal punto di vista personale, cambiamo l'immagine del nostro Io. Eliminiamo le convinzioni limitanti, tuffiamoci in nuove esperienze, immaginiamo una vita diversa con nuovi obiettivi e nuovi scopi.
Manipolare le informazioni
Immaginate un puzzle che avete quasi terminato. Scompigliate le tessere e ricominciate. Non seguite però lo stesso schema. Non cominciate dagli angoli, ma dal centro. Cambiate il vostro punto di vista.
Fate a pezzi quello che sapete, manipolate le informazioni in vostro possesso, immaginate scenari poco credibili e comportatevi di conseguenza.
Un nuovo modo di agire che vi renderà più flessibili e maggiormente adattabili.
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Esplorate
Il vostro nuovo mindset non deve concentrasi sul presente anche se florido, ma deve avere l'animo dell'esploratore. Viaggiate con la mente, pensate ai possibili sviluppi futuri, fatevi trovare pronti.
L'adattabilità non è resilienza
I due concetti non devono essere confusi. La resilienza è la capacità di tornare a galla, dopo una batosta. Resilienti è chi resiste alla malattia, chi supera brillantemente un divorzio o la perdita di una persona cara. Resiliente è chi cade e si rialza. Resiliente è chi si spezza, ma poi rinasce.
Chi si adatta si piega, ma non si spezza. Accetta in corso d'opera il cambiamento, ne è più preparato perché ha costruito la sua vita affettiva o lavorativa in modo che il cambiamento non lo colga di sorpresa.
L'adattabile sa già che le cose possono cambiare e si è preparato all'evenienza. Il resiliente è colui che prende lo schiaffo, ma riesce a rimettere i pezzi a posto.
Conclusioni
Il messaggio è che bisogna vivere nel presente, nel qui e ora, sapendo che questo presente è mutevole più che in altre epoche. La sfida è preparsi a quello che potrebbe accadere, avere una mente flessibile e capace di non fars travolgere dagli eventi.
Prepararsi non è solo istruzione, ma programmare la mente affinché possiamo adattarci più rapidamente alle nuove sfide e agli imprevisti che la vita ci riserverà.
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