lunedì 5 settembre 2022

Come cambiare le modalità del nostro dialogo interiore e diventare buoni consiglieri di noi stessi

 Siamo buoni consiglieri per gli altri, ma non per noi stessi.

Più facile dare consigli a un amico che ascoltare il nostro dialogo interiore.

Il dialogo interiore


Ci sarà capitato spesso di incontrare un amico in difficoltà per questioni di lavoro o di relazioni o per qualsiasi altro aspetto della sua vita.

In tali casi ci sentiamo in grado di essere di aiuto. Analizziamo con una certa obiettività la situazione e la nostra risposta arriva quasi immediatamente, convinta, chiara e lucida.

Tutto questo accade perchè non siamo coinvolti nella vicenda.

Le cose cambiano in maniera drastica se siamo noi ad avere problemi. Quelle stesse risposte date con sicurezza ci mancano quando riguardano noi stessi. A quel punto ci mancano le sicurezze, le situazioni non ci appaiono così chiare.

La mia esperienza personale

Quando ho attraversato un periodo buio della mia vita a seguito di un infarto e di un successivo ed inatteso divorzio, il mio dialogo interiore era un vero proprio monologo.

La voce che gridava all’interno del mio corpo mi faceva sentire in colpa, mi attribuiva le cause di quello che era avvenuto.

Venne spontaneo cercare di sfogarmi con gli amici e con i miei colleghi di lavoro. Tutti avevano una soluzione, una parola di incoraggiamento. Nessuno era all’oscuro su come comportarsi, tutti sapevano come si dovesse affrontare un tale tsunami che stava travolgendo la mia vita.

Allo stesso modo quando mi è toccato da fare da consigliere, avevo sempre la soluzione pronta, il consiglio efficace, la strategia giusta. Doti che mi mancavano del tutto nel momento in cui ero io a trovarmi in difficoltà.

Gli studi dell’università del Michigan

Gli studi condotti dell’Università del Michigan forniscono la chiave di una possibile soluzione. Analizzando in profondità la questione è stato determinato che è la distanza dai problemi che ci fa essere più lucidi e determinati.

Sembrerebbe ai più una risposta ovvia e conosciuta, ma gli studiosi di Michigan sono andati oltre e hanno fornito anche una possibile soluzione semantica al problema.

Meno ci sentiamo coinvolti emotivamente, più siamo in grado di fornire risposte adeguate e diventiamo più resilienti.

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Come mettere spazio tra noi e i nostri problemi?

spazio e problemi


La risposta è stata quella di ingannare il nostro cervello utilizzando uno stratagemma semantico per il nostro dialogo interiore.

La vocina che incessantemente parla con noi, che guida le nostre azioni e che è l’innegabile protagonista dei nostri pensieri determina chi siamo e come reagiamo ai problemi.

Sono stanco”, “Sono nei guai”, “Non riesco mai finire un lavoro”, “Non posso farcela”.

Questo il modo classico con cui parliamo a noi stessi. Il nostro dialogo interiore è un altro noi al nostro interno.

Lo stratagemma è quello di porci come intermediari. La nostra vocina interna deve essere percepita come quella di un amico o di un familiare che ci sta fornendo utili consigli.

Un nuovo uso dei pronomi

Possiamo creare distanza psicologica semplicemente passando dal pronome io a tu o egli.

Se cambiamo i termini del nostro dialogo interiore ci distanziamo dai problemi avendo migliori perfomances.

Le frasi prima esposte possono cambiare facilmente in “puoi farcela”, “puoi riuscire a finire il lavoro per tempo”.

Questo semplice stratagemma grammaticale allarga le nostre prospettive, le allontana da noi stesse, le porte a un livello meno stressante o bloccante.

Essere amici di noi stessi

essere amici


In poche parole adottiamo il linguaggio, ma anche l’atteggiamento sicuro e fiducioso che utilizziamo quando diamo consigli a un amico. Dobbiamo trasformarci negli amici di noi stessi, questa una soluzione possibile per restare distanti dai problemi e avere a disposizione un numero maggiori di soluzioni.

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In altre parole, ci trasformiamo in quell’amico che dà consigli, non accecato dalla nostra connessione con il problema.

La prossima volta che la voce che proviene dal nostro inconscio si fa sentire, proviamo a trasformarla, destrutturiamola, modifichiamola, rendiamola anche ridicola e annotiamo l’impatto sui nostri problemi.

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